Arena in ritardo sul festival estivo «Le casse della
Fondazione sono vuote»
I sindacati: «Nabucco, siamo quasi fuori tempo massimo.
Compensi alti ai vertici ma si licenzia»
venerdì 13 gennaio 2017
VERONA Dopo la pubblicazione degli stipendi dei vertici di
Fondazione Arena, le cifre, ma soprattutto, il futuro del teatro, sempre
attanagliato da una profonda crisi finanziaria, tornano a far discutere.
Secondo quanto pubblicato on line, sul sito della stessa Fondazione, il
sovrintendente Giuliano Polo guadagna 180mila euro lordi l’anno, 20mila euro in
meno del suo predecessore Francesco Girondini, mentre il commissario
straordinario Carlo Fuortes (contemporaneamente sovrintendente all’Opera di
Roma) per il suo impegno scaligero, non ha percepito compenso. Francesca
Tartarotti, direttore operativo della Fondazione, ha uno stipendio annuo di
120mila euro, lo storico direttore marketing Corrado Ferraro guadagna poco più
di 100mila euro, mentre Andrea Delaini, direttore amministrativo, percepisce
77mila euro. Va ricordato che questi tre dirigenti hanno comunicato di aver
fatto una donazione alla Fondazione, abbassando quindi il proprio stipendio,
vista la difficile situazione economica del teatro. «Questi stipendi pesanti –
commenta Ivano Zampolli, segretario provinciale Uil Comunicazione – sono
effetto di responsabilità pesanti. Peccato che poi abbiano licenziato i
ballerini». Con Dario Carbone, segretario provinciale Fials, che analizza: «Se
sommiamo i singoli stipendi, arriviamo a una cifra piuttosto corposa. Ecco, non
mi sembra che i nostri manager, nel complesso, rendano per questa somma: per
una simile cifra ci si aspetterebbe ben altri risultati ed, invece, i risultati
per adesso sono pochi. Io sono il primo a dire che bravi manager devono essere
pagati di conseguenza, ma devono anche raggiungere degli obbiettivi». Quello
che preoccupa in particolar modo il teatro è l’idea che la programmazione,
soprattutto quella del festival lirico estivo, sia ferma. «Siccome i cantanti e
gli artisti – spiega ironicamente Zampolli – hanno la tendenza a volersi fare
pagare per le proprie esibizioni, credo che il problema stia soprattutto qui:
non ci sono i soldi. Le voci in teatro si rincorrono da un po’, ma sta di fatto
che se le risorse non arrivano da Roma, tutto diventa molto complicato».
I soldi cui fa riferimento il segretario Uil Comunicazione
sono i 10 milioni di euro stanziati come fondo per la legge Bray, paracadute
cui Fondazione Arena ha presentato richiesta di adesione, ma per il quale dal
Ministero della Cultura non è ancora giunta una risposta definitiva. E con le
casse asfittiche in teatro, non deve essere facile stipulare contratti. «Non so
se sia solo un problema economico – aggiunge, però, Carbone – non vorrei che
questo continuo procrastinare ci facesse tornare a situazioni già note: con la
scusa dell’emergenza, poi, si fa passare di tutto. Anche perché con una nuova
produzione, come sarà quella del Nabucco, siamo quasi fuori tempo massimo».
Un’idea per recuperare un po’ di liquidità per le casse di Fondazione, la
lancia alla Camera di Commercio il parlamentare Pd Vincenzo D’Arienzo. «Visto
che il presidente dell’ente camerale Giuseppe Riello ha chiesto, nel corso di
un’audizione in Parlamento, di poter aumentare del 20% il valore del diritto
annuale alle aziende associate chiedo che, avendolo incassato, versi il
contributo straordinario alla Fondazione come si era impegnato a fare». Si
tratterebbe di 500 mila euro che, pur non risolvendo i problemi, rappresenterebbero
comunque una temporanea boccata d’ossigeno per l’Arena. Eventualità non facile
da realizzare, in quanto Riello già in altre occasioni ha ricordato che, non
essendoci le condizioni, quei fondi sono stati indirizzati per aumentare la
dotazione dei consorzi fidi legati alle attività degli enti camerali
Samuele
Nottegar
Programmazione vuota: chi acquista non lo fa a scatola
chiusa
Come abbiamo appreso ieri da queste pagine, al prof.
Giuliano Polo per il ruolo di «Sovrintendente della Fondazione Arena» (nomina a
nostro giudizio impugnabile, come abbiamo già documentato) è stato assegnato
uno stipendio di 180 mila euro annui. Da chi? Secondo lo schema che ci è stato
proposto dal trio Commissario-Mibact-PD locale, dall’attuale Commissario
Fuortes il quale accorpa in sé i poteri del Consiglio di Indirizzo. Ma la
normativa di legge assegna però al solo Commissario Straordinario (ancora in
carica) tutti i poteri gestionali, che ci sta a fare un Sovrintendente? Non si
poteva individuare una soluzione locale a costo zero? Al riguardo su queste
pagine ci siamo già espressi e non ci ripetiamo. In ogni caso, la Corte dei
Conti è sempre vigile su queste cose. Posteritas iudicet. Nel merito della
scelta, comunque, ci saremmo aspettati l’arrivo di un Sovrintendente non di
prima nomina, un nome di prestigio che, almeno sulla carta, avrebbe portato in
dote credibilità e contatti internazionali e predisposto un cartellone di
prestigio come da più parti si sollecita per l’atteso rilancio dell’ente.
Inoltre, rammentiamo tutti le dichiarazioni di qualche sindacalista locale che
auspicava l’arrivo di un sovrintendente «dall’estero» perché non vedeva in giro
un nome che potesse portare quel quid di autorevolezza e di competenza di cui
necessitava l’Arena. Ora, anch’essi sono silenti e appagati (di che cosa non ci
è noto) e non fiatano su questa nomina e su questo stato di cose e, fatto ancor
più grave, nulla palesano sull’assoluta mancanza di una programmazione nei contenuti
del Festival areniano 2017 ormai alle porte (23 giugno). Se poi, per
malaugurata sorte che non vorremmo, il botteghino areniano scenderà sotto i 370
mila biglietti del 2016 bisognerà intervenire ancora sui costi e saranno
ulteriori lacrime e sangue. Non lo sanno i sindacati che il core business del
loro lavoro non è garantire gli stipendi attuali ma la continuità del rapporto
di lavoro di tutti. Senza una seria programmazione pianificata nei tempi e con
contenuti di eccellenza e supportata da un marketing di livello non si potrà
garantire un futuro certo a nessuno. Nel merito di quanto dicevamo, si veda il
sito della Fondazione Arena riferito al Festival areniano 2017 per rendersene
conto: compaiono da molti mesi le sole date e i soli titoli. Poi, nulla. Uno
scandalo. Il nulla più totale. Sovrintendente, batta un colpo. Lo stipendio ora
è certo, ma aspettiamo di vedere il lavoro. Non vorremmo essere nei panni
dell’Ufficio Stampa o dell’Ufficio Marketing e Comunicazione dell’ente che sono
chiamati a promuovere e concretizzare le vendite della biglietteria. Che cosa
possono dire ai possibili compratori? Nulla, dato che il nulla è stato
programmato. Lo diciamo al prof. Polo: chi deve acquistare non compera a
scatola chiusa e pretende di sapere chi canta, chi dirige e, per le nuove
produzioni, di chi sarà l’allestimento (vedi il Nabucco inaugurale, ancora
scandalosamente non assegnato). Per curiosità, qualcuno vada a controllare i
siti web di alcuni nostri diretti concorrenti (per inciso: già tutti con dati e
cast completi): Caracalla, Macerata, Salisburgo, Bregenz. Ma, almeno, una
certezza l’abbiamo: il supposto Sovrintendente avrà il suo stipendio … e non si
entusiasmi per lo sconticino di 20 mila euro, perché il suo collega del Teatro La Fenice percepisce 163 mila euro
(e, forse, con altri risultati).
LIRICA NEL CAOS. In attesa dei soldi della Bray
Fondazione Arena, contributi in calo
Appello per salvarla: D'Arienzo: «I soci provvedano». [Paolo] Arena: «I politici
intervengano»
venerdì 13 .01. 2017 CRONACA, p. 14
Mancano ancora i contributi previsti dalla legge Bray per la
Fondazione lirica Arena - si prevede l'arrivo di una decina di milioni - ma
intanto tiene banco il tema dei finanziamenti, ordinari e straordinari, da
parte dei soci. E ricordiamo che alla Fondazione ora non c'è il Consiglio di
indirizzo, ma il commissario Carlo Fuortes, che ha presentato un piano di
risanamento - ed è retta dal sovrintendente, Giuliano Polo.A sollevare il caso
dei finanziamenti è Vincenzo D'Arienzo, deputato del Pd, il quale ricorda il
provvedimento di riforma delle Camere di Commercio, in discussione sia alla
Camera che al Senato e sono in corso anche le audizioni per valutare bene la
scelta da fare. «Il presidente della Camera di Commercio di Verona, Riello, è
stato invitato dalla Commissione specifica al Senato il 4 ottobre e ha
depositato una relazione. Da questa emerge un fatto nuovo: è scritto nero su
bianco che sia in passato che quest'anno, l'Ente camerale veronese ha chiesto
l'aumento del 20 per cento in parola per pagare la sua quota di partecipazione
nella Fondazione Arena». D'Arienzo rileva però che «nonostante il diritto
annuale sia stato aumentato del 20 per cento e incassato per finanziare la
Fondazione, a quest'ultima la Camera di Commercio ancora non ha versato alcun
contributo straordinario oltre la quota prevista, ovvero il minimo
sindacale».In sede di Camera di Commercio il presidente di Confcommercio
Verona, Paolo Arena, ha espresso preoccupazione. «Con la riforma Renzi delle
Camere di Commercio, e vedremo però i decreti attuativi, ci viene tagliato il
50 per cento dei contributi statali», dice, «e ciò significa che dai sette milioni
all'anno che normalmente investiamo sul territorio, fra cui il sostegno alla
Fondazione Arena, ce ne resterà non più di uno, dalla riserve, per attività
istituzionali. Noi vogliamo sostenere la Fondazione, ma i soldi non ci sono.
Auspico quindi», conclude, «che i parlamentari veronesi si facciano portavoce
presso il Governo per trovare soluzioni sui finanziamenti. Camera di Commercio
e Provincia non hanno fondi, il Fus è in calo: servono fondi alternativi per
non perdere uno dei teatri più importanti al mondo, che genera un indotto di
400 milioni».
Enrico Giardini
E intanto qualcuno ha giá pronta la società di servizi per lo spettacolo pronta..
RispondiEliminaE chi è il qualcuno? Male lasciare nell'anonimato chi intrallazza in continuazione, a scopo di lucro personale e di qualche amico,sulla pelle dei lavoratori
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