Lo spettro dei licenziamenti al teatro Comunale di Bologna:
nessun volontario per gli esuberi
Tre le ipotesi per ora scartate dai lavoratori: buonuscita,
ricollocamento in Ales o pensionamento in anticipo
06 ottobre 2016
BOLOGNA - Trattativa
"a un punto morto" e il rischio più concreto di licenziamenti per i
30 esuberi del teatro Comunale di Bologna, in virtù del fatto che nessuno si è
fatto avanti come volontario per il trasferimento in Ales, la società del
ministeroo nata proprio per assorbire gli esuberi degli enti lirico-sinfonici;
e al contempo nessuno chiede di andare in pensione in anticipo o una buonuscita
per ricollocarsi altrove.
Pertanto, visti gli scarsi risultati, la direzione del
teatro, riporta la Cgil all'agenzia Dire, non è in grado di dare seguito al
criterio della volontarietà nella gestione degli esuberi; parametro, la
volontarietà, frutto di una mediazione uscita con l'intervento diretto del
sindaco Virginio Merola, poco prima delle elezioni, per scongiurare lo sciopero
indetto per "Le nozze di Figaro". E' stata decisa un'ultima proroga,
alle 16 di lunedi' prossimo, per vedere se -spiegando meglio le cose al personale-
saltasse fuori qualche disponibilità last minute all'addio al Teatro, "ma
se non ci saranno miracoli la prospettiva è di chiudere il tavolo con un
mancato accordo", avverte Antonio Rossa della Cgil. Il che vuol dire che,
teoricamente, dal giorno dopo il Teatro potrebbe procedere con i licenziamenti:
si sono infatti già concluse le due fasi della procedura di mobilità, quella
aziendale e quella con le Istituzioni, e dunque l'ente di piazza Verdi può
decidere di dar seguito al taglio di personale.
Il sindacato aspetta al varco: "Finita anche la seconda
fase, e con un mancato accordo, l'azienda puo' decidere di agire come meglio
crede", ma i licenziamenti, avverte Rossa, "impatterebbero in modo
contrario agli impegni sottoscritti, quelli della volontarietà".
Ma perché i volontari non si trovano? Rossa lo spiega: il
teatro ha trovato 350.000 euro per chi decidesse di andare in Ales "che è
meno della metà della cifra che pensavamo fosse necessaria per una azione
efficace di ricollocamento", conteggia Rossa. Di fatto si ha una copertura
economica per tre-cinque anni, ma già dal terzo anno del nuovo lavoro un ex
dipendente del Teatro può arrivare ad avere una busta paga più leggera di 7.000
euro l'anno. Inoltre, "non sono stati chiariti vari elementi: l'orario di
lavoro ad esempio. Stando cosi' le cose e' ovvio che e' irragionevole
accogliere una prospettiva del genere". Per i prepensionamenti non sono
chiari i fondi (se e quanti) per ammortizzare l'uscita.
fonte: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/10/06/news/teatro_comunale_di_bologna-149221565/
fonte: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/10/06/news/teatro_comunale_di_bologna-149221565/
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