da OPERALIBERA.NET
Libera Espressione d'Opinioni
Dunque, il clima di questa “prima” areniana, l’evento
più mondano cittadino, non era dei migliori e l’aria era significativamente
palpabile. Tuttavia, la situazione creatasi a Verona non è certo dovuta al caso
ma ha dei responsabili ben precisi dei quali non si parla, inoltre è a me
ignoto come un Consiglio d’Amministrazione abbia potuto in passato approvare
talune scelte non pertinenti senza battere ciglio o almeno porsi dei dubbi, non
senza considerare che in Italia la responsabilità delle in tali
istituzioni non abbiano seguito giuridico poiché non si vogliono applicare le
leggi, il risultato è che a farne le spese sono sempre i lavoratori, partendo
da quelli che si trovano nella parte bassa dell’impianto strutturale. Vedere in
occasione di questa prima volti che hanno contribuito allo sfascio di una delle
più importanti Fondazioni italiane, il festival all’aperto più antico del
mondo, permettetemi di dire che è stato urtante, un dignitoso celarsi sarebbe
stato più opportuno.
Ma torniamo alla nostra cronaca. L’allestimento di Franco
Zeffirelli, regia e scene, è una rivisitazione del precedente spettacolo ideato
nel 1995, più ristretto e contenuto considerando che la Sovrintendenza dei Beni
Monumentali ha limitato l’utilizzo delle scenografie sulle gradinate. Trattasi
di uno spettacolo che diventa brutta copia dell’originale, peraltro
discutibile, ma ormai logoro, monotono e sorpassato, in parte di poca emozione.
Da qualche tempo ci sono voci di pensionamento ma la decisione tarda ad
arrivare. Oggi la regia è banale e i luoghi comuni si sprecano, della
Carmen originale resta ben poco sia come ambientazione sia come fascino,
restano fortunatamente i bei costumi di Anna Anni e una presenza mastodontica
di masse in palcoscenico. Poco funzionali anche le luci. Eliminato il balletto
spagnolo di El Camborio, si è fatto tutto in casa con il Corpo di Ballo della
Fondazione Arena, coordinato da Gaetano Petrosino, che si è ritagliato meritato
e mirabile successo sulle identiche coreografie oggi riprese da Lucia Real.
Sul podio abbiamo trovato il direttore cinese Xu Zhong, il
quale l’avevamo conosciuto in un concerto non indimenticabile al Teatro Ristori
la scorsa primavera. Zhong ha solo il pregio di tenere in riga orchestra e
palcoscenico senza grossolane sbavature. Il resto è ordinaria routine, mancano
accenti, colori, dinamiche e narrazione musicale.L’orchestra
dell’Arena segue ordinatamente il concertatore ma bisogna rilevare che l’opera
è ormai di repertorio nell’anfiteatro e non ha fatto fatica a esprimere
professionalità. Buona la prova sai del Coro dell’Arena diretto da Vito
Lombardi sia del Coro di Voci Bianche A.Li.Ve istruito da Paolo Facincani.

Luciana D’Intino, Carmen, ha avuto modo di sfoggiare il suo
mirabile timbro, tuttavia, ritengo che il ruolo non le sia mai stato
particolarmente idoneo neppure in tempi passati, e oggi deve fare i conti con
una voce ancora notevole ma in parte forzata in acuto, afona nel centro e
spinta nel grave ove abusava di petto. Nel complesso si ammira l’artista, dopo
lunghissima carriera, che riesce ancora a dare un valore a un canto elegante e
un personaggio magari carmen 6impacciato ma mai volgare.
Note molto più dolenti per Jorge De Léon, Don José, il quale
manifestava gravi problemi d’intonazione e si spendeva in un canto stentoreo
atto più far prevalere la potenza polmonare che un pertinente fraseggio e una
personalità interpretativa.
Migliori erano Ekaterina Bakanova, Micaela, corretta
cantante e interprete anche se con voce molto flebile e fiati limitati, e
Dalibor Jenis, Escamillo, baritono autorevole nel canto e capace di dare
risalto a un torero elegante e sensuale.
Le gitane Madina Karbeli, Frasquita, e Clarissa Leonardi,
erano sufficientemente professionali, anche se la prima piuttosto stridula, ben
amalgamati il Remendado di Paolo Antognetti e il Dancario di Gianfranco
Montresor, tutti insieme hanno realizzato un buon quintetto nel secondo atto.
Completavano la locandina il grossolano Zuniga di Gianluca
Breda e il corretto Morales di Marcello Rosiello.
Ottima performance dei ballerini solisti: Alessia
Gelmetti, Teresa Strisciulli, Amaya Ugarteche, Evghenij Kurtsev e Antonio
Russo, i quali assieme al corpo di ballo hanno danzato un passo da l’Arlesienne
di Bizet al IV atto.
Anfiteatro gremitissimo, anche se non esaurito, e successo
convinto per tutti al termine.
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